gli Arazzi di Vittoria Montalbano

Il "Quarto Stato" diventa un arazzo.

Vittoria Montalbano rende omaggio a Giuseppe Pellizza da Volpedo realizzando un arazzo a partire dalla sua opera più nota, il "Quarto Stato", rispettandone le dimensioni, 5 metri e mezzo per quasi 3 metri, e la tecnica pittorica divisionista.

Oltre che dal centenario della morte di Pellizza da Volpedo l'iniziativa trae origine da diverse motivazioni.

Innanzitutto si vuole dare una diversa visibilità al messaggio contenuto nell'opera, liberandolo dai vincoli derivanti dalla difficoltà di trasporto dovuta alla grande dimensione del quadro ed al suo grande valore economico. L'arazzo è meno delicato del quadro, è arrotolabile, è facilmente trasportabile e per queste ragioni può essere esposto ovunque, per periodi anche molto brevi, come in occasione di concerti e di manifestazioni.

Realizzando l'arazzo si vuole in qualche modo proseguire nell'intento di Pellizza da Volpedo, che per tutta la vita ha cercato di divulgare il messaggio racchiuso nel Quarto Stato.

Un messaggio frutto di una lunga elaborazione che parte, intorno al 1890, dall'affannata marcia di due contadini affiancati da un ragazzo e seguiti da poche persone, per poi maturare via via verso la forma finale che vede, alla testa di un numeroso gruppo, affiancati, un contadino ad un operaio come a replicare il simbolo rivoluzionario di quegli anni, la falce ed il martello. Ma ancor più rivoluzionario è il messaggio maturato da Pellizza da Volpedo nel Quarto Stato, perché al posto del ragazzo presente nelle prime versioni, il pittore mette in prima fila anche una donna e un bambino: all'interno di una rivoluzione Pellizza da Volpedo incastona un'ulteriore grande rivoluzione.

Un simile messaggio non poteva essere accettato dal potere politico di allora e fu così che Pellizza, terminata l'opera nel 1901 dopo tre anni di lavoro, incontrò enormi difficoltà nel farla apprezzare. Venne esposta nel 1902 a Torino dove non fu molto gradita. Negli anni successivi cercò di esporla a Milano, a Venezia e a Monaco senza riuscirvi. Solo nel 1907 ebbe modo di esporla a Roma ed ottenere qualche buon apprezzamento.

Poco tempo dopo, nello stesso anno, dopo aver perso la moglie ed il figlioletto in un parto sfortunato, si suicidò a 39 anni.

Dopo la morte dell'autore le stesse difficoltà continuarono. Mentre le sue riproduzioni diventavano una bandiera della sinistra il quadro continuava ad essere osteggiato. Nel 1920 i socialisti milanesi, tramite una colletta, lo acquistarono e lo donarono al comune di Milano, ma due anni dopo, con il fascismo, l'opera venne sostanzialmente accantonata fino alla liberazione.

Facendone un arazzo Vittoria Montalbano vuole richiamare l'attenzione sull'attualità del messaggio contenuto nel "Quarto Stato".